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TIPOLOGIA: Film

TEMA: Disabilità fisica (atrofia muscolare progressiva)

TITOLO: “La teoria del tutto”

DURATA: 123 min

REGIA: James Marsh

CAST: Eddie Redmayne, Felicity Jones, Maxine Peake, Charlie Cox, Emily Watson, Guy Oliver-Watts, David Thewlis, Harry Lloyd, Simon McBurney, Abigail Crutenden, Charlotte Hope, Lucy Chappell…

GENERE: Biografico, drammatico, sentimentale

CLASSIFICAZIONE: 🟢 *

TRAMA

Siamo nel 1963 e Stephen Hawking è un giovane cosmologo dell’Università di Cambridge che sta cercando di trovare un’equazione per spiegare l’origine dell’universo. A una festa universitaria conosce la studentessa di lettere Jane Wilde: dopo il loro primo bacio, la loro storia d’amore viene ostacolata dalla comparsa della malattia degenerativa di Stephen, l’atrofia muscolare progressiva (malattia del motoneurone), così come gli studi del ragazzo viste le quotidiane difficoltà fisiche.

Inizialmente, il loro amore e la determinazione di Jane avranno la meglio, ma sarà l’incontro con Jonathan a rompere gli equilibri mentre la condizione di Stephen peggiora sempre di più…

COMMENTO PERSONALE **

Se si riesce a superare l’atmosfera un po’ cupa e malinconica, e soprattutto l’inizio un po’ lento, ci troveremo davanti a un film straordinario come lo è stata, fuori dal comune, la vita di Stephen Hawking.

Non posso dire con certezza quanto la sceneggiatura de “La teoria del tutto” sia aderente alla biografia dello scienziato, posso però confermarne la rappresentazione credibile, mostrando in più occasioni l’intelligenza e la “potenza” di Hawking, ma anche i momenti di sconforto e fragilità, di ricerche continue anche interiori. Il suo amore per il proprio lavoro, per la scienza in generale, per quel sapere che vive di una continua curiosità. 

Senza fare troppi spoiler, posso dire che la scena che più mi ha emozionato de “La teoria del tutto” è stata quella in cui lui e la moglie Jane si lasciano, senza dirsi troppe parole se non un “ti ho amato tanto”, già sapendo entrambi di essere arrivati al capolinea della relazione: quell’“andrà tutto bene” rassicurante scandito dal sintetizzatore vocale, che nasconde evidenti preoccupazioni per una nuova fase della sua vita, lontana da una sua grande sicurezza, racchiude tutto l’altruismo che solo un grande amore conosce.

  • PRO: Un film emozionante su una vita emozionante, con un bravissimo Eddie Redmayne nei panni di Stephen Hawking.
  • CONTRO: A volte ho avuto la percezione che l’atmosfera fosse un po’ troppo cupa e malinconica.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.