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TIPOLOGIA: Docuserie

TEMA: Autismo

TITOLO: “L’amore nello spettro”

DURATA: 9 episodi da 38-46 min

AUTORE: Cian O’Clery

CAST: Michael Theo, Sharnae Furner Berresford, Jimmy Berresford, Mark Radburn, Brooke Satchwell, Jodi Rodgers, Ronan Soussa, Olivia Sharpe, Amanda Taylor…

GENERE: Docuserie, reality

CLASSIFICAZIONE: 🟡 *

TRAMA

Tra volti noti e perfetti sconosciuti, sette giovani nello spettro dell’autismo affrontano il mondo degli appuntamenti in cerca dell’anima gemella…

COMMENTO PERSONALE **

Si tratta di una serie di puntate nelle quali viene messo al centro il tema dell’amore, soprattutto la sua ricerca, attraverso la modalità del docureality, osservando da vicino come si sono svolti alcuni appuntamenti di persone nello spettro dell’autismo.

Nonostante si parli praticamente soltanto di persone “ad alto funzionamento” (o per meglio dire “a basso bisogno di supporto”), e siano formate solo coppie tra persone autistiche, e quindi questo potrebbe parere poco inclusivo, essendo un documentario basato sulla vita vera di queste persone non ci sono distorsioni o narrazioni particolarmente sbagliate. Anche il linguaggio utilizzato, sebbene la traduzione dall’inglese, appare corretto.

L’unico difetto che si potrebbe trovare a “L’amore nello spettro” è una leggera monotonia che, almeno nel mio caso, non ha invogliato granché ad andare avanti per vedere “cosa succeda”, anche se forse questo potrebbe essere dipeso dal fatto che io sia già sensibilizzato sul tema dell’affettività in ambito disabilità e neurodivergenza, e per questo non trovo particolarmente interessante sapere i fatti intimi di altre persone (oltre che poco giusto) solo perché si presuppone abbiamo “funzionalità” sociali e/o cognitive diverse dalle mie. D’altronde il voyeurismo è proprio l’ultima cosa alla quale dovremmo tendere se vogliamo fare inclusione.

Inoltre, il fatto che i protagonisti siamo più o meno sempre gli stessi porta le storie ad assomigliarsi per molte dinamiche. Ma comprendo che una serie così sia necessaria, e quindi utile, per combattere certi pregiudizi sul tema, e il fatto che il pubblico possa affezionarsi alle protagoniste e ai protagonisti rendendoli stabili potrebbe aiutare in questo (con il rischio, appunto, di scadere in una raffigurazione tenera ed edulcorata delle loro situazioni).

Dunque ben venga “L’amore nello spettro”, con la speranza però che un domani non sembri strano vedere due persone autistiche (o con disabilità, in generale) vivere una vita di coppia come tutte le altre. E soprattutto con la speranza che chiunque segua queste puntate riesca a star lontano dalla banalizzazione, perché di alimentare stereotipi non ce n’è bisogno (e questo, purtroppo, è un rischio molto possibile in una serie del genere se non si hanno le giuste “lenti” per guardarla).

  • PRO: Docuserie utile alla causa, con un linguaggio adeguato ai fini dell’inclusione.
  • CONTRO: Leggermente monotona, con un approccio che rischia d’essere voyeuristico appassionando il pubblico attraverso una romanticizzazione non proprio sana, alimentando stereotipi e banalizzazione.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.