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TIPOLOGIA: Film

TEMA: Sindrome di Down

TITOLO: “Nata per te”

DURATA: 113 min

REGIA: Fabio Mollo

CAST: Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbora Bobulova, Alessandro Piavani, Antonio Truppo, Iaia Forte, Silvio Minichiello, Giuseppe Pirozzi…

GENERE: Drammatico, biografico

CLASSIFICAZIONE: 🟢 *

TRAMA

Alba, una bimba con Sindrome di Down, viene abbandonata alla nascita in un ospedale. Luca Trapanese è un ragazzo gay che lavora in un’associazione per persone con disabilità e con il compagno Lorenzo vorrebbe diventare genitore, così fa più volte richiesta al tribunale per l’adozione ma per la legge italiana la priorità va alle coppie eterosessuali, salvo casi con gravi problematiche: così, dato che il tribunale continua a ricevere risposte negative da parte di coppie etero in merito all’adozione di Alba, Luca (rimasto nel frattempo single) riesce grazie all’avvocata Teresa Ranieri ad ottenere l’affidamento temporaneo per un mese di Alba, diventando un caso politico nazionale…

COMMENTO PERSONALE **

Luca Trapanese è un amico, ma questo non condiziona in alcun modo il mio giudizio sul film perché, nonostante conosca bene la sua storia, “Nata per te” aiuta a capire meglio tutte le difficoltà, le ipocrisie e gli ostacoli non solo burocratici ma anche sociali e culturali che si incontrano quando si sceglie semplicemente di donare amore a una bambina o a un bambino.  

Ammetto: per la sua prima metà il film non mi ha convinto troppo, con dialoghi un po’ superficiali e una narrazione non così entusiasmante. A un certo punto, però, scatta quella “rabbia costruttiva” contro un sistema sbagliato che porta a prendere sempre maggiore consapevolezza su quanto sia ingiusto, ancora oggi, il modo in cui certe famiglie, e in generale le persone, vengono trattate di fronte al tema della genitorialità, fino a commuovermi nella scena finale, bellissima, che paradossalmente è la più semplice: senza parlato, con le sole espressioni gioiose dei protagonisti e la musica di Battisti in sottofondo a incorniciare una vittoria che vittoria non dovrebbe essere, ma pura normalità. Alba, finalmente accolta ufficialmente nella grande famiglia di Luca, con amore. E infine le immagini “reali” sui titoli di coda di Luca e sua figlia.

L’unica nota stonata, a conti fatti, per me resta il titolo. Sebbene Luca specifichi che non è Alba ad essere “nata per lui” ma lui per lei, e il senso sia comprensibile, avrei fatto una scelta comunicativa diversa, giocando su un altro fronte meno strumentalizzabile. Il rischio di alimentare la critica dei figli come scelta egoistica, a parer mio, non è stata una mossa saggia del regista. Per il resto si tratta di un film che consiglierei, a prescindere dal fatto che si voglia conoscere o meno la storia di Alba Trapanese nello specifico, perché c’è un gran bisogno di prendere posizioni giuste, questa compresa, consapevolmente.

  • PRO: Corretta rappresentazione delle difficoltà (e ipocrisie) burocratiche, aderenza alla storia reale.
  • CONTRO: Dialoghi non entusiasmanti per la prima metà del film, titolo non funzionale.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.