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TIPOLOGIA: Film

TEMA: Disabilità fisica

TITOLO: “Indovina chi viene a Natale?”

DURATA: 94 min

REGIA: Fausto Brizzi

CAST: Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Raoul Bova, Carlo Buccirosso, Cristiana Capotondi, Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Rosalia Porcaro, Isa Barzizza, Gigi Proietti, Massimo Ghini…

GENERE: Commedia

CLASSIFICAZIONE: 🔴 *

TRAMA

Una famiglia allargata e un po’ particolare si riunisce per le feste natalizie: la psicologa Valentina si presenta con il nuovo fidanzato Francesco, persona senza gli arti superiori a causa di un incidente. Per questo, inizialmente, non viene accettato dai genitori di lei, ma presto Francesco dimostrerà di sapersela cavare da solo nonostante le sue difficoltà, nel mentre che i “disagi” tra familiari proseguono…

COMMENTO PERSONALE **

Non sono uno di quelli che si offende troppo se vede qualcuno scimmiottare con leggerezza una persona con disabilità, e il politicamente scorretto mi sta pure simpatico quando sostenuto con intelligenza e capacità (perfino il black humor!): è l’ironia spicciola che mi urta il sistema nervoso, perché vuota e sterile, e perché non porta a niente di utile, non fa riflettere né crea valore. Non costruisce niente quando appare improvvisata o populista, senza un minimo di preparazione o cognizione.

Ecco, “vuoto e sterile” penso sia la definizione giusta per “Indovina chi viene a Natale?”, un film che vorrebbe far divertire e riflettere allo stesso tempo, ma che in realtà risulta noioso e un po’ banale, prevedibile, con quella classica narrazione del genero/nuora “da accettare” per la sua diversità anche da parte di chi non ti aspetteresti, come a voler sottolineare che alla fine la disabilità spiazza pure chi sembrerebbe aperto di mente. D’altronde, chi di noi non ha mai chiesto provocatoriamente “Che cosa faresti se tua figlia o tuo figlio portasse a casa un immigrato? E un ex galeotto? E un disabile??”. Domande un po’ sciocchine, che di fatto riflettono una cultura che non aiuta a sensibilizzare, e infatti il film riesce al massimo a intrattenere qualche amante dei cine-panettoni, perché alla fine quello è il livello, facendo ridere attraverso alcune banalità (anche se dobbiamo ammettere che di volgare non c’è niente – almeno questo…).

Anche quando si prova a dare qualche lezione morale sulla disabilità, si percepisce chiaramente l’inconsistenza di una trama fragile, senza troppe idee né contenuti di sostanza, e che a malapena gira intorno al filone principale. Mentre le storielle satelliti sembrano più un modo per riempire una sceneggiatura incerta, che non porta così lontano come probabilmente avrebbe voluto (perché forse, con il personaggio di Francesco, in origine c’era pure l’intenzione di allargare la mente dello spettatore, e invece il risultato finale è che rimanga molto poco).

“Indovina chi viene a Natale?” è uno di quei film da guardare soltanto se non si ha di meglio da fare. Forse, qualche risata riuscirà pure a strapparla, ma vale davvero il prezzo della semplificazione? Perché no, il fatto che venga mostrata una persona con disabilità, e che la storia ruoti intorno ad essa, inscenando un senso di “normalità” sperando di portare alla sua accettazione, non significa necessariamente combattere stereotipi e luoghi comuni per fare inclusione di qualità: quest’ultima va saputa fare, non si improvvisa con un po’ di retorica, perché non è vero che a Natale siamo tutti più buoni.

  • PRO: Il cast, tutto sommato niente male, lo porta un gradino sopra i cine-panettoni.
  • CONTRO: Vuole parlare di disabilità ma non sa farlo nel modo giusto, se l’obiettivo è fare inclusione.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.