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TIPOLOGIA: Serie

TEMA: Disabilità fisica

TITOLO: “Malcolm in the middle”

DURATA: 151 episodi da 22 min

REGIA: Linwood Boomer

CAST: Frankie Muniz, Jane Kaczmarek, Bryan Cranston, Christopher Masterson, Justin Berfield, Erik Per Sullivan…

GENERE: Commedia

CLASSIFICAZIONE: 🟢 *

TRAMA

Malcolm è il terzogenito di una famiglia stravagante e bizzarra, che vive insieme al secondogenito Reese, un teppista che fa il bullo con i più piccoli; il quartogenito Dewie, ragazzino particolare e spesso deriso dai fratelli; il padre Hal e la madre Lois, donna autoritaria al comando della famiglia. Il primogenito Francis, invece, è stato mandato alla scuola militare dai genitori a causa del suo carattere ribelle.
Malcolm è un piccolo genio inserito in una classe di ragazzini superdotati come lui, e come migliore amico ha un compagno di scuola in carrozzina…

COMMENTO PERSONALE **

“Malcolm in the middle”, in Italia conosciuta semplicemente come “Malcolm”, è stata una serie di grande successo negli anni 2000 anche nel nostro Paese: come dimenticare la sua sigla iniziale, musicata dalla canzone “Boss of Me” del duo “They Might Be Giants”!

“Malcolm” non è una serie sulla disabilità, ciò nonostante ho ho voluto comunque inserirla nella lista perché si tratta di un grande contenitore di temi sociali, trattati sempre con intelligenza e ironia, talvolta dissacrante ma senza mai “superare il limite”: bullismo, razzismo, parità di genere, lotta al capitalismo e alla corruzione, lavoro e condizione delle classi medio-basse, e appunto disabilità, o diversità in generale, ancorata a una realtà cruda e pura, senza alcuna romanticizzazione, è quello che spesso vivono i protagonisti.

Malcolm stesso, ad esempio, scopre di avere un QI molto superiore alla media (pari a 165), ma la sua dote, che lo rende un ragazzino “diverso” dagli altri tanto da dover frequentare una sorta di classe “speciale”, non lo porterà verso un riscatto sociale né sarà un beneficio per la sua famiglia, come accadrebbe invece nella migliore delle favole a lieto fine, ma gli farà percepire ancor di più il divario tra lui e la società, in maniera sincera e in parte dolorosa (ad esempio, verrà in futuro accettato ad Harvard, ma potrà permettersi di pagare la retta soltanto lavorando come bidello).

Tornando alla disabilità, il migliore amico del protagonista, di nome Stevie, non solo è afroamericano ma è anche disabile (e pure ricco!): il suo personaggio e la sua storia, difficoltà comprese, permetterà a Malcolm (e viceversa) una maturazione significativa, ma sarà anche un pretesto per trattare ulteriori tematiche di tipo sociopolitico (basti pensare alle idee conservatrici della famiglia di Stevie, che probabilmente non ci aspetteremmo).

“Malcolm in the middle” si merita quindi una menzione nella lista di film e serie con disabilità, anche se quest’ultima costituisce soltanto una delle numerose questioni affrontate, peraltro non in maniera spudorata ma spontanea e naturale, talvolta subliminale, e questo non può che essere un bel punto a favore, normalizzando una condizione di diversità che altri avrebbero invece enfatizzato.

  • PRO: Più profondità sociopolitica di quel che sembrerebbe, mantenendo comunque un impianto divertente e leggero.
  • CONTRO: Nessuno in particolare.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.