TIPOLOGIA: Film
TEMA: Disabilità intellettiva (sindrome di Down)
TITOLO: “Mio fratello rincorre i dinosauri”
DURATA: 98 min
REGIA: Stefano Cipani
CAST: Alessandro Gassmann, Isabella Ragonese, Francesco Gheghi, Lorenzo Sisto, Arianna Becheroni, Roberto Nocchi, Rossy De Palma, Gea Dall’Orto, Mariavittoria Dallasta, Edoardo Pagliai, Saul Nanni…
GENERE: Drammatico, commedia
CLASSIFICAZIONE: 🟡 *
TRAMA
Giacomo è un ragazzino che vive a Castelfranco Emilia insieme ai genitori Davide e Katia, e le sorelle maggiori Chiara e Alice. Un giorno riceve la notizia che presto avrà un fratello, Giovanni (Giò), ma alla sua nascita scoprono che il piccolino ha la sindrome di Down.
Inizialmente Giacomo è felice perché crede che il fratellino sia una specie di supereroe, ma con il tempo capirà che la realtà è ben diversa…
COMMENTO PERSONALE **
“Mio fratello rincorre i dinosauri” è tratto dall’omonimo libro autobiografico di Giacomo Mazzariol, perciò i fatti narrati non possono che essere veri, o comunque molto verosimili. Inoltre, per interpretare il ruolo di Giovanni è stato ingaggiato un attore con sindrome di Down, ovvero Lorenzo Sisto, che mi ha così stupito da reputarlo seriamente il migliore di tutto il cast!
Queste premesse, stando all’obiettivo di questo progetto, sarebbero apparentemente sufficienti per dare al film il voto massimo, perché allora ho scelto di attribuirgli quello intermedio? Perché ho trovato la recitazione, in generale, molto “teatrale”, a tratti esagerata, perfino surreale (SPOILER, se non volete leggerli andate al paragrafo successivo): penso a quando i genitori di Giovanni ricevono dal medico la sua diagnosi, e quindi al modo sbrigativo e semplicistico in cui loro, senza disperarsi troppo, chiedono subito cosa comporti e in che percentuali di probabilità; penso a quando quelle stesse percentuali le ripetono a pappagallo la sera a letto; ma anche alla scena della visita medica per ottenere la pensione di invalidità, con quel “che” di eccessivamente artefatto (per quanto la vicenda possa essere davvero andata così)
Ecco, tutto questo mi ha portato a restare deluso anche da Alessandro Gassmann, che solitamente apprezzo moltissimo e che invece, a parer mio, in “Mio fratello rincorre i dinosauri” ha svolto la sua peggiore interpretazione tra quelle viste: è chiaro che stiamo parlando di un film che vuole raccontare la disabilità in modo concreto ma pur sempre leggero, rivolgendosi anche o soprattutto a un pubblico molto giovane, di ragazze e ragazzi, che poi è forse la maggior parte del target di lettori del libro (visto anche il grandissimo successo nelle scuole), ma si sarebbe potuto ottenere la stessa semplicità in modo più spontaneo e naturale, senza dover per forza “caricare” alcune scene.
A parte questo, si tratta di un film assolutamente meritevole e consigliabile, soprattutto, per avvicinare un pubblico giovane al tema della disabilità. Consapevoli che in questo caso, però, vale la regola “il libro è meglio del film”, e per certi versi è forse meglio così.
- PRO: Una storia reale raccontata con leggerezza, utilizzando un linguaggio che la rende molto adatta ai giovani.
- CONTRO: Recitazione troppo teatrale che rende soprattutto alcune scene un po’ forzate per essere ispirate a una storia vera.
* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.
** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.