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TIPOLOGIA: Film

TEMA: Disabilità fisica (paralisi totale)

TITOLO: “Million dollar baby”

DURATA: 132 min

REGIA: Clint Eastwood

CAST: Clint Eastwood, Hilary Swank, Morgan Freeman, Jay Baruchel, Mike Colter, Lucia Rijker, Brían F. O’Byrne, Anthony Mackie, Margo Martindale, Riki Lindhome…

GENERE: Sportivo, drammatico

CLASSIFICAZIONE: 🟢 *

TRAMA

Siamo a Los Angeles nei primi anni 2000 e Frankie Dunn è un anziano manager di boxe con un passato da pugile e allenatore. Il suo unico amico è Scrap, un ex pugile nero rimasto cieco a un occhio per un pugno sul ring durante un incontro che Frankie avrebbe potuto interrompere. I due gestiscono una palestra, occupandosi anche dei lavori più umili come la pulizia dei bagni. 

Frankie scrive da anni varie volte alla settimana delle lettere alla figlia Kathy, che puntualmente ritornano per posta indietro, senza che vengano aperte. E ogni giorno spera di poter recuperare un rapporto con lei.

Un giorno Maggie Fitzgerald, una ragazza povera che lavora come cameriera, si iscrive nella sua palestra con l’intento di diventare una pugile professionista: Maggie chiede a Frankie di essere il suo allenatore, e nonostante un primo rifiuto l’uomo decide di prenderla sotto la propria protezione. Così, dopo un periodo di allenamenti intensi, nonostante le incertezze di Frankie, Maggie inizia ad affrontare alcuni incontri, dimostrandosi da subito promettente, finché un incidente non le stravolgerà la vita…

COMMENTO PERSONALE **

In questo caso stiamo parlando di un film acclamato dalla critica, che ha collezionato un sacco di riconoscimenti: Premi Oscar come miglior film e miglior regia, miglior attrice a Hilary Swank e miglior attore a Morgan Freeman, ma anche Golden Globe per la miglior regia, di nuovo migliore attrice alla Swank e altrettante nomination e premi.

In generale, “Million Dollar Baby” è considerato uno dei migliori film di Clint Eastwood oltre che un classico del cinema sportivo. Nonostante non parli propriamente di disabilità, ho deciso di includerlo in questa rassegna poiché la protagonista si ritrova comunque in una certa situazione a seguito di un incidente sul ring, cosa che potrebbe accadere a chiunque per varie vicissitudini casuali. In tutto questo, fanno da cornice altri temi come il cinismo spiegato che ritroviamo nella famiglia di Maggie oppure un certo bullismo e una determinata scorrettezza all’interno di ambienti sportivi dove la fisicità vuole essere la protagonista.

Inoltre, la decisione finale della protagonista (attenzione, cercherò di non fare spoiler anche se si può intuire quale sia…) con annesse riflessioni esistenziali da parte di Frankie, certamente dolorose, aprono a un ulteriore importante tema, quello dell’eutanasia. 

“Million dollar baby” è un film tanto avvincente quanto commovente, assolutamente da guardare per non perdersi una delle perle più note del cinema, soprattutto quello di Eastwood.

  • PRO: Avvincente e commovente, con un grande Clint Eastwood e la solita bravura di Morgan Freeman. Inoltre, il tema dell’eutanasia viene affrontato in modo concreto e delicato allo stesso tempo.
  • CONTRO: Nessuno in particolare.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.