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TIPOLOGIA: Film

TEMA: Demenza e cancro

TITOLO: “Ella & John – The Leisure Seeker”

DURATA: 112 min

REGIA: Paolo Virzì

CAST: Helen Mirren, Donald Sutherland, Kirsty Mitchell, Christian McKay, Dana Ivey, Janel Moloney, Joshua Mikel, Dick Gregory, Chelle Ramos, Joshua Hoover.

GENERE: Drammatico

CLASSIFICAZIONE: 🟢 *

TRAMA

Ella e John sono moglie e marito ottantenni, che decidono di sfuggire alle cure mediche che li separerebbero negli ultimi anni della loro vita. Salgono così sul loro camper, soprannominato The Leisure Seeker (“Il cercatore di svago”), e si mettono in viaggio da Boston verso Key West, dove c’è il museo della casa di Ernest Hemingway, di cui John, affetto da demenza, è appassionato…

COMMENTO PERSONALE **

“The Leisure Seeker” è un film che, per quanto improbabile, racconta in modo prima leggero e poi toccante una storia d’amore oltre ogni tempo e qualsiasi difficoltà. Quell’amore che riesce a trovare la forza, nonostante tutto, di supportarsi (e soprattutto sopportarsi!) a vicenda, fino alla fine.

Ammetto, per la sua prima metà ho trovato il film piuttosto lento, a tratti monotono o comunque “vuoto”, non capendo dove volesse andare a parare. In alcune parti, poi, mi è sembrato perfino un polpettone di altri film, da “The father” a “I am Sam”, fino a “Le pagine della nostra vita”, e la cosa non mi ha fatto proprio impazzire. C’è stato un evento, però, che ha dato la svolta che occorreva alla trama accelerando tutto quanto, compreso la mia curiosità (se non volete leggere spoiler, saltate tutto il prossimo paragrafo).

Quando John scambia Ella per la sua “amante”, e involontariamente le confessa il tradimento durato due anni quando erano giovani, tutto ha iniziato a trovare un senso maggiore, soprattutto con il carattere di sua Ella che uscendo molto più fuori ha fatto comprendere, dal suo abbandonarlo fino a riprenderselo, quanto la storia con suo marito fosse solida, al punto non solo di perdonarlo ma anche di accettare la condizione della demenza, senz’altro un peso per tutta la famiglia, e la sua malattia ormai incurabile, prendendo così una decisione tanto estrema quanto carica di amore e di rispetto consapevole.

Ecco, “rispetto” è a parer mio la parola che meglio rappresenta il finale di “Ella & John”: verso noi, verso chi ci sta intorno e verso la dignità della vita. Perché certi finali non sono una sconfitta anche se potrebbero sembrarlo, soprattutto quando sono frutto dell’autodeterminazione. E questo film ci ricorda che osare l’ultimo sogno, anche quello della fuga dalla sofferenza, è forse la scelta migliore che si possa fare.

Ah, quasi dimenticavo: sul fronte dell’inclusione c’è poco da dire. Le patologie dei due protagonisti vengono mostrate senza alcuna narrazione superflua, semplicemente lasciando parlare le immagini e le loro storie, come dovrebbe essere sempre. E quel tocco di cinismo dissacrante di Ella l’ho adorato, contrastando in modo perfetto ciò che diversamente sarebbe forse stato un po’ troppo cupo. Per questo, anche se avrei preferito una sceneggiatura più profonda, gli assegno il bollino verde.

  • PRO: L’amore oltre ogni condizione, fino alla fine e nel pieno rispetto di quella fine, raccontato con le parole giuste.
  • CONTRO: Un po’ lento e vuoto all’inizio, oltre ad alcuni riferimenti a parer mio palesi che lo rendono poco originale in più di un tratto, con una trama non troppo sviluppata.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.